13 Luglio 1976: Joachim Peiper paga il conto dei suoi crimini

377. Eichenlaubträger SS-Obsturmbfhr. Joachim Peiper, Kdr. der Pz.-Rgts.-SS-Pz. Div. Lbstd. "Adolf Hitler", erhielt das Eichenlaub am 3.2.44 PK Alber/Scherl

Joachim Pieper ha 28 anni ed è un ufficiale pluridecorato delle Waffen-SS quando alla guida del III Battaglione del 2º Reggimento Granatieri Corazzati della Divisione ” Leibstandarte-Adolf Hitler” guida nel Settembre 1943 la repressione antipartigiana nel Cuneese.

Domenica 19 Settembre, in località Boves, due militari delle SS vengono presi prigionieri da una formazione partigiana, immediatamente il comando tedesco minaccia una strage se non gli verranno resi i prigionieri che dopo poche ore verranno rilasciati incolumi dai partigiani.

A condurre la trattativa il parroco Don Bernardi che al suo ritorno con i prigionieri tedeschi, verrà come ringraziamento arso vivo. Insieme a lui 25 altri concittadini saranno trucidati e centinaia di abitazioni date alle fiamme.

Ma la carriera del boia Peiper non si fermerà a Boves, pochi mesi prima della fine della Guerra, nelle Ardenne,  nel corso di una delle ultime offensive dell’esercito nazista, per ordine di Peiper le sue SS stermineranno 80 prigionieri di guerra americani che disarmati erano sotto la protezione dalla Convenzione di Ginevra.

Non un combattente ma un infame capace solo di infierire sugli indifesi, che non pagherà il conto dei suoi crimini alla giustizia degli vincitori.

Condannato all’impiccagione, per motivi incomprensibili, forse gli stessi che “grazieranno” molti altri ex-criminali nazisti “arruolati” dopo il conflitto in chiave anticomunista dagli Alleati, vedrà la sentenza capitale commutata in carcere a vita per essere poi definitivamente liberato nel 1956.

La storia potrebbe terminare così, con il boia dedito alla sua tranquilla attività di traduttore, a godersi la vecchiaia vivendo sotto falso nome in un paesino della Francia … fino a quel 13 Luglio 1976, quando alcuni sconosciuti, si dirà ex-partigiani gli riserveranno la stessa sorte da lui inflitta anni prima al Parroco di Boves, Don Bernardi, bruciandolo tra le fiamme della sua casa incendiata a colpi di molotov .

http://LC1_1976_07_16_0001.pdf

commento

D’accordo con Nuto Revelli, mai abbassare la guardia, ma a noi piace di più credere che per un giusto contrappasso la sorte gli abbia riservato la stessa orrenda morte da lui inflitta trent’anni prima alle sue vittime.