28 GENNAIO 1994: UCCISI TRE GIORNALISTI RAI

TARGA

GIORNALISTI

 

 

 

 

Il 28 gennaio 1994 furono uccisi da un colpo di mortaio, a Mostar (Erzegovina), tre giornalisti RAI.

Durante la guerra nell’ex Jugoslavia, la città di Mostar subì un lungo assedio da parte delle forze croate, nel corso del quale, il 9 novembre 1993, venne distrutto il famoso ponte (Stari Most) che, da oltre quattro seMOSTARcoli, univa le due parti della località, abitate dalla popolazione bosniaca musulmana.

 

 

 

 

Il ponte non rivestiva un’importanza strategica, ma era un simbolo. E in una guerra come quella bosniaca, contava colpire ferocemente le diverse etnie, nelle persone e nelle opere realizzate, per conquistare e “bonificare” il territorio.

Nel corso dell’assedio, Marco Luchetta, giornalista, Alessandro Ota, telecineoperatore e Dario D’Angelo, specializzato di ripresa (tutti della RAI), costituirono la prima troupe che riuscì a entrare a Mostar. Tutti “veterani della guerra”, il loro obiettivo era di realizzare un servizio sui bambini vittime della guerra. Entrati a Mostar sui mezzi della Croce Rossa, raggiunsero uno stabile residenziale, la cui cantina era adibita a rifugio ma, proprio mentre stavano riprendendo un bimbo di cinque anni uscito dal rifugio, vennero colpiti da una granata lanciata dalle forze croato-bosniache. I loro corpi fecero scudo al piccolo sopravvissuto, Zlatko Omanovic, che, dopo pochi mesi, lasciò la città e fu ospite, a Trieste, della costituenda Fondazione Lucchetta Ota D’Angelo Hrovatin.

La Fondazione, presieduta da Daniela Schifani, vedova di Lucchetta, ha inaugurato, nel ventennale dei tragici fatti, il terzo centro di accoglienza e cura per bambini e famiglie vittime delle guerre.

E’ stato, inoltre, istituito un premio giornalistico Marco Lucchetta per i giornalisti che denunciano violenze subite dai bambini in zone di guerra.

Dal 1988 al 1993 sono morti, sui vari fronti di guerra, 283 giornalisti.