Il Caso Bompressi, Pietrostefani, Sofri

adriano-sofri-giorgio-257132 rid28 luglio 1988, è l’alba quando su mandato del Giudice Antonio Lombardi della Procura di Milano, i Carabinieri si presentano alla porta delle abitazioni di Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani traendoli in arresto.

L’accusa per Sofri e Pietrostefani è quella di essere i mandanti dell’omicidio nel maggio del 1972 a Milano del Commissario Luigi Calabresi, per Bompressi l’accusa è quella di essere l’esecutore materiale dell’omicidio in concorso con Leonardo Marino, ispiratore, col suo pentimento, di questa spregiudicata operazione da parte della magistratura milanese, che non aveva mai definitivamente abbandonato la “pista Lotta Continua”.

In merito il magistrato Giovanni Palombarini in un intervento tenuto a Bologna nel 1996 – in una delle tante iniziative che seguirono il lungo percorso processuale della vicenda – dichiarò che solo dopo che Bompressi Pietrostefani e Sofri vennero imputati davanti all’Ufficio Istruzione del Tribunale di Milano, il Giudice Istruttore prosciolse un uomo ed una donna che erano rimasti nella figura di indiziati, in quanto militanti di Lotta Continua, per 17 anni, cioè dall’indomani dell’omicidio fino alle dichiarazioni di Leonardo Marino.

Appare subito evidente che tutto l’impianto accusatorio si basa sulle ammissioni del pentito Leonardo Marino, contraddittorie ed inesatte su molti aspetti, tra le quali:

  • Le dichiarazioni in merito al giorno in cui Sofri e Pietrostefani avrebbero conferito il mandato dell’omicidio;
  • Frequentazioni con i Carabinieri non dichiarate nel corso dell’istruttoria;
  • Numerose testimonianze che palesavano l’impossibilità per Bompressi di essere a Milano il giorno del delitto;
  • Evidenti contrasti con quanto dichiarato dai testimoni oculari sulla dinamica dell’omicidio e quanto dichiarato da Marino

cosi come riportato nel volantino dei Comitati Liberi Liberi sorti dopo l’arresto dei tre.

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Di seguito le tappe del lungo iter processuale che si concluse, dopo 14 sentenze, con la condanna a 22 anni per Bompressi, Pietrostefani e Sofri

SENTENZA N. 1 Processo di primo grado Milano, 2 maggio 1990

Sentenza di primo grado: Sofri, Bompressi e Pietrostefani vengono condannati a 22 anni di reclusione. Marino è condannato a 11 anni, in base agli sconti di pena previsti dalla legge sui pentiti.

SENTENZA N. 2 Primo processo d’Appello Milano, 12 luglio 1991

La corte d’Assise d’Appello conferma le condanne del primo grado.

SENTENZA N. 3 Prima sentenza della Cassazione Roma, 23 ottobre 1992

Le Sezioni unite della Corte di Cassazione annullano la sentenza di secondo grado e rinviano gli atti alla corte d’Assise d’Appello.

SENTENZA N. 4 Secondo processo d’Appello Milano, 21 dicembre 1993

I giudici del nuovo processo d’Appello assolvono tutti gli imputati. Nel maggio 1994 vengono depositate le motivazioni della sentenza, definita “suicida”, cioè costruita apposta per essere annullata dalla Cassazione.

SENTENZA N. 5 Seconda sentenza della Cassazione Roma, 27 ottobre 1994

La Corte di Cassazione, chiamata a decidere per la seconda volta, annulla la sentenza di assoluzione, richiamandosi alle incongruenze delle motivazioni, e ordina un nuovo processo.

SENTENZA N. 6 Terzo processo d’Appello Milano, 11 novembre 1995

Il terzo processo d’Appello riconferma le condanne a 22 anni di carcere. Per Marino, in nome della legge sui pentiti, il reato è considerato estinto.

SENTENZA N. 7 Terza sentenza di Cassazione 22 gennaio 1997

La quinta Sezione della Corte di Cassazione conferma la sentenza di condanna a 22 anni di carcere per Sofri, Bompressi e Pietrostefani e la prescrizione del reato per Marino. Il 24 gennaio Adriano Sofri e Ovidio Bompressi entrano in carcere a Pisa. Il 29 gennaio Giorgio Pietrostefani fa ritorno in Italia e si costituisce. Il 15 dicembre 1997 viene presentata alla corte d’Appello di Milano l’istanza di revisione del processo.

SENTENZA N. 8 Terzo processo d’Appello Milano, 18 marzo 1998

La corte d’Appello di Milano dichiara inammissibile l’istanza di revizione. Il 20 aprile Ovidio Bompresso viene liberato per motivi di salute. Si tratta di una sospensione della pena, che il 18 agosto vieve trasformata in arresti domiciliari.

SENTENZA N.9 Quarta sentenza della Cassazione Roma, 6 ottobre 1998

La prima Sezione penale della Corte di Cassazione annulla la decisione della corte d’Appello di Milano e riapre il caso Sofri. L’11 novembre 1998 il Parlamento approva una legge sulla revisione dei processi. Il provvedimento influisce direttamente sul caso Sofri: adesso, a esprimersi sulla richieste dei tre condannati per l’omicidio Calabresi, sarà la corte d’Appello di Brescia.

SENTENZA N. 10 Quatro processo d’Appello Brescia, 1 marzo 1999

La corte d’Appello di Brescia dice no alla revisione del processo. Il 4 marzo la difesa di Sofri, Bompressi e Pietrostefani presenta ai giudici di Brescia un’istanza di revoca dell’ordinanza di inammissibilità sostenendo che uno degli argomenti principali utilizzati dai giudici, relativo alla autenticità e alla datazione di un diario tenuto dalla compagna di Leonardo Marino, era viziato dal fatto che la corte d’Appello aveva visionato una fotocopia e non gli originali.

SENTENZA N. 11 Quinto processo d’Appello Brescia, 16 marzo 1999

La corte d’Appello di Brescia respinge la richiesta di revoca dell’ordinanza.

SENTENZA N. 12 Quinta sentenza della Cassazione Roma, 28 aprile 1999

Il pg della Cassazione esprime parere favorevole al ricorso presentato dagli imputati contro il rifiuto di Brescia alla revisione del processo, proponendo una nuova valutazione da parte della corte d’appello di Venezia.

SENTENZA N. 13 Sesta sentenza della Cassazione Roma, 27 maggio 1999

La quinta sezione penale della Corte di Cassazione accoglie il ricorso presentato dai legali di Sofri, Bompressi e Pietrostefani e annulla con rinvio l’ordinanza con cui la corte d’Appello di Brescia aveva dichiarato l’inammissibilità della richiesta di revisione del processo. Sarà la Corte d’Appello di Venezia a valutare nuovamente se la richiesta di revisione, fondata sulla presentazione di nuove prove, è ammissibile e se dunque può essere riaperto il processo.

SENTENZA N. 14 Venezia, 24 agosto 1999

La Corte d’Appello di Venezia accoglie la richiesta di revisione presentata dagli avvocati di Sofri, Bompressi e Pietrostefani e dispone la scarcerazione degli imputati. La data fissata per la prima udienza del nuovo processo Calabresi è il 20 ottobre.

SENTENZA N. 15 Venezia 24 gennaio 2000

La corte d’Appello di Venezia ha considerata inammissibile la richiesta di revisione del processo per l’omicidio Calabresi e ha confermato la condanna a 22 anni di carcere per Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani. Si tratta dell’ultimo atto processuale di una storia durata 12 anni e 14 sentenze.