30 ottobre 1975: assassinato a Roma Antonio Corrado

Cinema PalazzoÈ la notte tra il 29 ed il 30 ottobre 1975.Poche ora prima, nel pomeriggio, un commando su una FIAT 128 verde si ferma in via Erasmo Gattamelata davanti alla sezione del MSI al Prenestino e spara diversi colpi con dei fucili a canna mozza uccidendo un giovane di 16 anni (Mario Zicchieri) e ferendone altri due; in reazione i fascisti tentano più volte di assaltare la vicina sezione del PCI ed iniziano una serie di scorribande per la città. Un giovane di San Lorenzo, Antonio Corrado, dopo una sera passata con un amico al cinema Palazzo, allora sala cinematografica, sta tornando a casa quando poco distante dall’ingresso della sua abitazione viene raggiunto da alcuni uomini che esplodono contro di lui 4 colpi di pistola, due alla testa, uno alla spalla ed uno al fegato. Gli assassini scappano senza testimoni ed Antonio Corrado viene trovato in fin di vita da alcuni passanti e muore sull’ambulanza che lo stava trasportando al Policlinico. L’omicidio appare al momento inspiegabile, Antonio Corrado non ha precedenti penali e non partecipa alla vita politica. Le indagini vengono affidate alla Squadra Mobile, e non all’Ufficio Politico della Questura di Roma, ma già a metà mattinata del 31 ottobre agenti della Squadra Mobile prelevano dalla propria abitazione, situata nello stabile accanto a quello dove viveva Antonio Corrado, un militante di Lotta Continua per sottoporlo ad uno “strano” interrogatorio dove emergono le prime rivelazioni su un possibile scambio di persona, ed indicando proprio in E.P. l’obiettivo dei sicari, e rivelando indizi difficili da conoscere (considerata l’assenza di testimoni) come la presenza di una Bianchina (utilitaria di quei tempi) ed una Lambretta; insomma appare subito chiaro che la polizia sembra saperne di più, dando addirittura un’indicazione sull’orario in cui i fascisti (indicati a questo punto dagli investigatori) capiscono di aver sbagliato obiettivo. La questura con atteggiamento contraddittorio darà comunque spessore a questa versione solo alcuni giorni dopo. Nei giorni successivi i fascisti scateneranno violenti raid nei quartieri di Roma, sfociati, sotto lo sguardo complice della polizia, nel pomeriggio del venerdì 31 ottobre dopo il comizio del segretario dell’MSI Almirante, nell’assalto a colpi di pistola della sezione del PCI dell’Esquilino con il ferimento di un militante del PCI; nella stessa giornata la polizia ed i carabinieri effettuarono pesanti cariche nei confronti dei compagni del PdUP che presidiavano la loro federazione in via Cavour e con una pesantissima provocazione nel quartiere di San Lorenzo nei confronti della sede dei Comitati Autonomi Operai di Via dei Volsci e contro la federazione romana di Lotta Continua in via dei Piceni, dove una squadra in borghese della Polizia preleverà, armi alla mano, un militante e coprendosi la fuga, scortata da una pattuglia della polizia, a raffiche di mitra.
Quello di Antonio Corrado resterà, come altri, un delitto senza colpevoli, archiviato, senza neanche processo, come tragico errore; un assassinio compiuto da mano fascista e volto sconosciuto. Un dato comunque inquietante emerso dalle indagini riguarda le armi usate per l’omicidio: una calibro 22 ed una calibro 38. Arma dello stesso calibro è stata usata il 12 maggio 1977 per l’assassinio di Giorgiana Masi a Ponte Garibaldi (calibro 22), un proiettile calibro 22 verrà ritrovato in viale delle medaglie d’oro il 30 settembre 1977 dove viene ucciso dai fascisti Walter Rossi, mentre con un proiettile calibro 38 viene ucciso davanti ai propri genitori, il 22 febbraio 1980, Valerio Verbano.

https://www.lalottacontinua.it/giornale-archivio/LC1_1975_10_31_0001.pdf