1 dicembre 1970: approvata la legge sul divorzio

Loris Fortuna 2Il primo dicembre 1970 con 319 voti favorevoli e 286 contrari viene approvata la legge 898 più nota come Fortuna-Baslini dal nome dei due deputati , il primo socialista, il secondo liberale, che regolamentava lo scioglimento del matrimonio; cosa curiosa, in tutto il testo della legge la parola divorzio non compare mai.

Questa legge fu una delle leggi più importanti emanate nel periodo degli anni 70. Infatti in Italia, in base all’articolo 34 del concordato del 1929 la Chiesa Cattolica aveva ampio potere in materia matrimoniale.

In seguito, dopo la caduta del Fascismo e la proclamazione della Repubblica, l’Assemblea Costituente inserì i Patti Lateranensi nella Costituzione (Articolo 7) destando grosse perplessità nell’area laica sui rapporti Stato – Chiesa, anche su una eventuale possibilità di legiferare sul divorzio; perplessità ben riposte se si considera che i cattolici in seno all’Assemblea Costituente cercarono imporre in Costituzione l’indissolubilità del matrimonio. Questa forzatura fu bloccata da un emendamento del deputato socialdemocratico Grilli che passò per soli 3 voti di maggioranza.

Bisogna comunque attendere il 1965 per vedere approdare in Parlamento la proposta di legge inizialmente presentata del socialista Loris Fortuna supportato dai radicali ed in seguito dal liberale Antonio Baslini e ben 5 anni per vederlo approvato – col voto favorevole di PSI, PCI e PLI e l’ovvia opposizione della Democrazia Cristiana – il primo dicembre 1970 con 319 voti favorevoli e 286 contrari.

Ma il fronte clericale non si rassegna e passa appena un anno che il 6 dicembre 1971 la Cassazione dichiara legittima la richiesta di Gabrio Lombardi per richiedere un referendum abrogativo della legge sul divorzio.

divorzio-si

La Democrazia Cristiana di Amintore Fanfani alleata con il Movimento Sociale Italiano del repubblichino Giorgio Almirante cerca di portare di nuovo il paese indietro di anni affrontando la campagna elettorale per il SI al referendum abrogativo in maniera aggressiva.

LC1_1974_05_14_0001Ma nonostante questo tentativo di spostare le lancette dell’orologio indietro di anni, il 12 e 13 maggio del 1974 33 milioni di italiani si recarono alle urne, e diedero alle gerarchie cattoliche ed al fronte reazionario un sonoro schiaffo: quasi il 60 per cento della popolazione votò contro l’abrogazione della legge (in testa la Val d’Aosta col 75,1%, in coda il Molise con il 40%).

Successivamente, la normativa fu modificata, ampliata e migliorata dalle leggi 436/1978 e 74/1987. In particolare, con quest’ultima si snellirono i tempi e si diede al giudice la facoltà di pronunciare la sentenza di divorzio separatamente dalla discussione sulle condizioni accessorie (assegni, figli, etc).

Nel maggio 2015 è entrata in vigore la modifica della normativa sul divorzio, il cosiddetto “divorzio breve” (Legge 6 maggio 2015, n. 55): i tempi si sono ridotti a 6 mesi nel caso di separazione consensuale e a 12 mesi nella separazione personale.

Nonostante questo la Chiesa cattolica non si è mai arresa continuando a chiedere di rivedere legislazioni ritenute troppo permissive. Durante la presentazione del Giubileo delle famiglie (13/15 ottobre 2000) il cardinale Alfonso Lopez Trujillo ribadì che gli elettori cattolici devono votare chi si impegna a difendere le tesi cattoliche su aborto e famiglia.